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I fondi di investimento
Un fondo comune di investimento è uno strumento finanziario che consente di raggruppare i risparmi di più soggetti, che si affidano a società specializzate per la loro gestione.
I fondi comuni consentono agli investitori importanti vantaggi: ciascun risparmiatore, disponendo di capitali inferiori o di competenze insufficienti, da solo non riuscirebbe infatti ad avere gli stessi risultati consentiti dall'aggregazione delle risorse e dalla loro gestione professionale.
I fondi si distinguono in base ai loro obiettivi di investimento, e a seconda della loro tipologia e del loro profilo di rischio suddividono il capitale in modi differenti tra obbligazioni, azioni, liquidità e immobili, ripartendo così anche il rischio d'investimento.
Ciascun fondo di solito diversifica molto l'allocazione dei capitali, così da distribuire il rischio: i risultati finanziari non dipenderanno quindi dall'andamento di una società, più aleatorio e imprevedibile, ma dall'andamento complessivo di centinaia di società.
Per quanto ogni fondo abbia comunque un margine di rischio, per cui è anche possibile che il tuo capitale si riduca, il rischio di perdere è ripartito e quindi basso.
I fondi si distinguono in:
azionari, che investono in azioni di società selezionate dal gestore in base alle sue previsioni rispetto alle loro performance finanziarie;
obbligazionari, che investono in obbligazioni di vario tipo (titoli di stato, obbligazioni societarie; obbligazioni a scadenza breve o lunga; obbligazioni di paesi sviluppati o emergenti) e sono ritenuti a basso rischio, soprattutto quando si tratta di titoli di stato. Le obbligazioni sono infatti come dei "prestiti" contratti da governi (o dalle aziende nel caso delle obbligazioni societarie) che scadono a una data prefissata, danno diritto a un tasso d'interesse fisso e sono garantiti dagli Stati o dalle aziende che le emettono;
bilanciati, che investono in un portafoglio statico o dinamico composto da azioni, obbligazioni e liquidità;
monetari, che investono in titoli monetari a breve termine e consentono di beneficiare di tassi d'interesse superiori rispetto a quelli riservati ai risparmiatori privati;
immobiliari, che investono soprattutto in immobili commerciali e consentono redditi piuttosto regolari, rappresentando così un'alternativa meno rischiosa rispetto all'investimento connesso all'acquisto di un singolo immobile. Possono essere tradizionali, se investono direttamente in immobili, oppure di società immobiliari, quando investono in azioni di società attive nel settore immobiliare (imprese edili, catene alberghiere, etc.).
Nello scegliere quali fondi acquistare, dovrai valutare diversi fattori, tra cui la loro"performance storica", ovvero l'andamento dei risultati nel tempo: anche se i risultati passati non sono indicativi di quelli futuri, è bene sapere quali sono stati anche per valutare l'affidabilità del gestore. Altro fattore rilevante è il rating, ovvero il giudizio emesso periodicamente da società indipendenti (come Moody’s o Standard & Poor’s) su ciascun fondo, sulla base della performance, del livello di rischio e dei costi. E quest'ultimo punto è l'altro importante fattore da considerare, insieme alla trasparenza assicurata dalla società di gestione per quanto riguarda oneri e commissioni.
Oneri e commissioni
Investire in fondi comporta delle spese, la cui entità può talvolta essere tale da incidere significativamente sul rendimento, per cui è importante conoscere anche i rispettivi costi prima di decidere tra i diversi fondi.
Acquistare fondi comporta il pagamento di una commissione di gestione annuale trattenuta dai gestori dell'investimento e variabile dall'1 all'1,5% dell'investimento stesso. La cifra è tuttavia compresa nel prezzo del fondo, e non figura negli estratti conto.
Il TER (Total Expense Ratio) indica le spese operative annuali di un fondo, e corrisponde alla commissione di gestione annua sommata alle eventuali spese aggiuntive per la gestione del fondo (spese legali, amministrative e di custodia del patrimonio, che vengono pagate annualmente).
La commissione di ingresso viene invece talvolta richiesta dalle società di gestione per coprirne le spese amministrative, di commercializzazione e consulenza, mentre la commissione di conversione ("switch") va corrisposta se si trasferiscono quote da un fondo all'altro. Le commissioni di uscita sono infine applicabili solo al momento della vendita delle quote del fondo.
Investimento vs. risparmio
Risparmiare e investire sono due concetti diversi: risparmiare vuol dire semplicemente accumulare del denaro, che rimane così disponibile per ogni evenienza, mentre investire vuol dire "mettere al lavoro" il denaro, per farlo fruttare nel tempo, anche se a fronte di un certo rischio.
Si sceglie di risparmiare soprattutto per poter far fronte a emergenze di varia natura (gli esperti consigliano di mettere da parte l'equivalente di sei mesi delle tue spese medie, per ogni evenienza), ma anche per prepararsi in vista di spese consistenti come l'acquisto di una macchina, o di una casa. Se la tua esigenza è di questo genere, il modo migliore per custodire il tuo risparmio è versarlo su un conto dal rendimento garantito, dove puoi accedere alla tua liquidità in ogni momento e senza penali.
Se invece preferisci impostare il tuo assetto economico ragionando in un'ottica di lungo termine, investire può essere preferibile rispetto al risparmiare, perché consente maggiori rendimenti, anche se presenta rischi variabili in base al tipo di investimento.