SCOMPENSO CARDIACO:
CAUSE, TERAPIE E PREVENZIONE

 


Lo scompenso cardiaco, o insufficienza cardiaca, è una patologia cronica del cuore che colpisce generalmente uomini e donne con una incidenza che aumenta progressivamente con l’età. Nel paziente che ne è affetto, il cuore presenta delle alterazioni della sua funzione di pompa del sangue e si può presentare ingrossato.
Lo scompenso cardiaco causa un apporto insufficiente di sangue nell’organismo e quindi un malfunzionamento degli organi, soprattutto quando si fa uno sforzo o un’attività fisica. Oggi è la patologia cardiovascolare più diffusa in seguito anche all’allungamento della durata media della vita e alla maggiore possibilità di diagnosi.

Lo scompenso cardiaco tende a peggiorare abbastanza rapidamente. Inizialmente, il paziente presenta sintomi lievi come un po’ di affanno quando si affatica ma con il passare del tempo i sintomi diventano più gravi e in alcuni casi si rende indispensabile il ricovero in una struttura ospedaliera. Tra i sintomi più frequenti dell’insufficienza cardiaca, spesso causati da ristagno di liquidi e dalla riduzione dell’apporto di sangue, è possibile riscontrare:
●Mancanza di fiato
●Gonfiore dell’addome
●Edema degli arti inferiori
●Tosse secca
●Spossatezza e stanchezza
●Difficoltà di concentrazione
 ●Mancanza di appetito. 

Le cause dello scompenso cardiaco

Lo scompenso cardiaco può essere di diversa tipologia: sistolico quando il ventricolo sinistro non riesce a espellere sangue o diastolico quando, al contrario, il ventricolo sinistro non riesce a riempirsi di sangue. Per valutare la funzionalità del ventricolo si studia la frazione di eiezione cioè il sangue pompato ad ogni contrazione.
Quando la frazione d’eiezione è superiore al 50% si parla di scompenso a frazione di eiezione conservata. Quando è inferiore al 40% si parla invece di scompenso a frazione di eiezione ridotta.

Oltre alle cause patologiche, concorrono all’insorgenza dello scompenso cardiaco una serie di fattori di rischio che variano in base alla tipologie di scompenso. Nello specifico, sono considerati fattori di rischio per lo scompenso a frazione di eiezione ridotta:
●Cardiopatie (in particolare la cardiopatia ischemica)
●Ipertensione
●Malattie delle valvole.

Sono invece ritenuti importanti fattori di rischio per lo scompenso a frazione di eiezione conservata:
●Diabete
●Patologie del metabolismo
●Ipertensione
●Obesità
●Fibrillazione atriale.



Tipologie di ecocardiogramma

Esistono diverse tipologie di ecocardiogramma che variano in base alla modalità di svolgimento e alla preparazione necessaria all’esame, tra cui:
●Ecocardiogramma transtoracico
●Ecocardiogramma transesofageo
●Ecocardiogramma color Doppler
●Ecocardiogramma 3D
●Ecocardiogramma da sforzo.

Quello maggiormente utilizzato per la valutazione delle patologie cardiache è senza dubbio l’ecocardiogramma transtoracico (ETT), che viene, non a caso, definito anche ecocardio standard. È un esame non invasivo, la cui durata media è di circa mezz’ora. Viene eseguito posizionando sul torace nudo degli elettrodi e muovendo sulla cute, avanti e indietro, la sonda, dopo aver applicato sulla zona del gel ecografico. L’utilizzo del gel è indispensabile, in quanto elimina la formazione di aria e permette una migliore ispezione delle diverse zone. Il cardiologo visualizza le immagini sul monitor e in alcuni casi, se necessario, richiede al paziente di girarsi prima su un fianco e poi sull’altro, per poter osservare tutte le zone di interesse dalle diverse angolazioni.
L’ecocardiogramma transesofageo è un esame più preciso e accurato ma anche più invasivo per il paziente. Il cardiologo, infatti, inserisce attraverso la gola un endoscopio che termina con una sonda. Questa procedura richiede un anestetizzazione della gola che solitamente viene eseguita con uno spray o un gel anestetico. Anche questo tipo di esame diagnostico ha una durata di circa mezz’ora, tuttavia, in alcuni casi, può avere una durata maggiore ad esempio se il paziente non riesce a rilassarsi e presenta un evidente stato di agitazione che rallenta l’operato del medico. Di solito il cardiologo richiede questa tipologia di esame più approfondito in situazioni particolari, ad esempio in seguito o in preparazione ad un intervento chirurgico, in special modo per alcune patologie valvolari.
Una diversa tipologia di ecocardiogramma è poi il Color Doppler che permette di studiare il flusso del sangue, grazie proprio alla tecnologia Color-Doppler che mostra con colori diversi il sangue che si avvicina alla sonda (colore rosso) e quello che si allontana (colore blu). Questo tipo di ecocardiogramma è eseguibile sia in modalità transtoracica che transesofagea, cioè attraverso l’esofago. Una variante dell’ecocardiogramma standard è quello 3D, che si avvale di una tecnologia più recente e che, rispetto ad un esame bidimensionale, permette di valutare in maniera migliore il cuore, i vasi e le sue cavità.
Infine, un’altra tipologia di ecocardiogramma che viene prescritto abbastanza frequentemente è quello da sforzo. Questo esame viene anche chiamato ecocardiogramma da stress o eco-stress. Nello specifico, si tratta di un ecocardio standard eseguito però su un paziente che ha appena svolto un’intensa attività fisica. Questo esame permette, infatti, la valutazione del cuore durante uno sforzo fisico importante. Viene eseguito in modalità transtoracica e di solito, dopo la normale valutazione del cuore in stato di riposo.


Insufficienza cardiaca e prevenzione

Solitamente, per diagnosticare uno scompenso cardiaco sono necessari alcuni esami diagnostici e una visita cardiologica.
Durante la visita, il cardiologo raccoglie dati e informazioni importanti sia sulla sintomatologia che su patologie cardiache dei familiari. In caso di sospetti di insufficienza cardiaca, il cardiologo prescrive una serie di esami a partire da un elettrocardiogramma poiché in molti pazienti con insufficienza questo esame diagnostico mostra un blocco di branca sinistra cioè delle contrazioni alterate e non regolari. Il cardiologo però necessita spesso di ulteriori esami per poter giungere a una diagnosi certa e soprattutto per stabilire il livello di entità dello scompenso cardiaco e di conseguenza per prescrivere la terapia più indicata.

All’elettrocardiogramma di solito segue un ecocardiogramma, una risonanza cardiaca con contrasto e alcuni esami di laboratorio per valutare i livelli ematici. Solo in alcuni casi il cardiologo richiede ulteriori esami, più invasivi, come ad esempio una coronarografia.

Per prevenire l’insorgenza di uno scompenso cardiaco è possibile adottare uno stile di vita sano:
●Niente fumo
●Controllo del peso
●Riduzione di alcol
●Riduzione di grassi
●Alimentazione bilanciata
●Attività fisica quotidiana.

Per i soggetti che hanno già una diagnosi di patologie cardiache, si rivela altrettanto importante tenere sotto controllo la patologia già diagnosticata rispettando la cura e monitorando la sua evoluzione nel tempo.


Terapie per lo scompenso cardiaco

Dopo aver raccolto e confrontato tutti i risultati, lo specialista può giungere ad una diagnosi di scompenso cardiaco, patologia cronica che rende necessario un trattamento rapido e spesso un approccio multidisciplinare per poter intervenire al tempo stesso rallentando la progressione della malattia e riducendo i sintomi più invalidanti. Il team multidisciplinare di specialisti prescriverà a questo punto la terapia farmacologica più idonea, spesso composta da una serie di farmaci in associazione.

Per il paziente è molto importante perseguire un cambiamento del proprio stile di vita attraverso delle nuove abitudini come ad esempio lo svolgimento di attività fisica, sempre di moderata intensità, e una riduzione del consumo di sale. Fondamentale si rivela poi l’automonitoraggio, cioè il controllo giornaliero dei principali valori:
●Pressione
●Frequenza cardiaca
●Peso corporeo
●Valutazione presenza di edemi.

 In alcuni casi, per frenare l’avanzata dello scompenso cardiaco, è necessario l’inserimento di un dispositivo elettrico, ad esempio un pacemaker o un defibrillatore biventricolare, in grado di normalizzare l’attività cardiaca. La terapia farmacologica e talvolta l’inserimento di dispositivi elettrici è la terapia primaria in caso di scompenso sistolico o scompenso a frazione di eiezione ridotta. Nei casi più gravi di insufficienza cardiaca, può rendersi necessario un intervento chirurgico per la risoluzione della patologia cardiocircolatoria o un trapianto cardiaco. La ricerca scientifica sul tema è molto attiva e fa progressi costanti in particolare per la sperimentazione di nuovi farmaci che possano offrire una prognosi migliore anche nei casi di scompenso a frazione di eiezione conservata, migliorando la qualità di vita dei pazienti e riducendo i sintomi più invalidanti.


Articolo in partnership con Pazienti.it