ECOCARDIOGRAMMA:
QUANDO E' INDICATO E PERCHE' FARLO

 


L’ecocardiogramma, detta anche ecocardio, è un esame diagnostico che permette di verificare la presenza di patologie cardiache e viene prescritto dal cardiologo per valutare lo stato di salute del cuore. È a tutti gli effetti un ecografia del cuore e come tutte le ecografie viene eseguito con una sonda a ultrasuoni grazie alla quale il medico riesce ad osservare cuore, vasi sanguigni, atri e ventricoli. Esistono diverse tipologie di ecocardiogramma anche se il più diffuso è l’ecocardiogramma transtoracico (ETT), un esame semplice e non invasivo che permette al paziente un immediato ritorno alle proprie attività quotidiane.

Come funziona l’ecocardiogramma?

L’ecocardiogramma è un’ecografia del cuore che funziona in modo analogo alle ecografie per muscoli e tendini. Per eseguire l’ecocardiogramma, infatti, occorre un ecografo, cioè un apparecchio composto da una console computerizzata, un monitor e una sonda a ultrasuoni (il trasduttore). Quando questa sonda viene posta sul torace, a contatto con la cute, rilascia onde sonore ad alta frequenza. Una parte di queste onde viene assorbita dai tessuti circostanti ma un’altra parte ritorna indietro verso la sonda e nel momento in cui tocca nuovamente il trasduttore genera un’eco. Questi echi vengono poi elaborati dalla console computerizzata per essere trasformati in immagini visibili sul monitor. La valutazione di queste immagini permette allo specialista di diagnosticare o escludere numerose patologie cardiache.



Tipologie di ecocardiogramma

Esistono diverse tipologie di ecocardiogramma che variano in base alla modalità di svolgimento e alla preparazione necessaria all’esame, tra cui:
●Ecocardiogramma transtoracico
●Ecocardiogramma transesofageo
●Ecocardiogramma color Doppler
●Ecocardiogramma 3D
●Ecocardiogramma da sforzo.

Quello maggiormente utilizzato per la valutazione delle patologie cardiache è senza dubbio l’ecocardiogramma transtoracico (ETT), che viene, non a caso, definito anche ecocardio standard. È un esame non invasivo, la cui durata media è di circa mezz’ora. Viene eseguito posizionando sul torace nudo degli elettrodi e muovendo sulla cute, avanti e indietro, la sonda, dopo aver applicato sulla zona del gel ecografico. L’utilizzo del gel è indispensabile, in quanto elimina la formazione di aria e permette una migliore ispezione delle diverse zone. Il cardiologo visualizza le immagini sul monitor e in alcuni casi, se necessario, richiede al paziente di girarsi prima su un fianco e poi sull’altro, per poter osservare tutte le zone di interesse dalle diverse angolazioni.
L’ecocardiogramma transesofageo è un esame più preciso e accurato ma anche più invasivo per il paziente. Il cardiologo, infatti, inserisce attraverso la gola un endoscopio che termina con una sonda. Questa procedura richiede un anestetizzazione della gola che solitamente viene eseguita con uno spray o un gel anestetico. Anche questo tipo di esame diagnostico ha una durata di circa mezz’ora, tuttavia, in alcuni casi, può avere una durata maggiore ad esempio se il paziente non riesce a rilassarsi e presenta un evidente stato di agitazione che rallenta l’operato del medico. Di solito il cardiologo richiede questa tipologia di esame più approfondito in situazioni particolari, ad esempio in seguito o in preparazione ad un intervento chirurgico, in special modo per alcune patologie valvolari.
Una diversa tipologia di ecocardiogramma è poi il Color Doppler che permette di studiare il flusso del sangue, grazie proprio alla tecnologia Color-Doppler che mostra con colori diversi il sangue che si avvicina alla sonda (colore rosso) e quello che si allontana (colore blu). Questo tipo di ecocardiogramma è eseguibile sia in modalità transtoracica che transesofagea, cioè attraverso l’esofago. Una variante dell’ecocardiogramma standard è quello 3D, che si avvale di una tecnologia più recente e che, rispetto ad un esame bidimensionale, permette di valutare in maniera migliore il cuore, i vasi e le sue cavità.
Infine, un’altra tipologia di ecocardiogramma che viene prescritto abbastanza frequentemente è quello da sforzo. Questo esame viene anche chiamato ecocardiogramma da stress o eco-stress. Nello specifico, si tratta di un ecocardio standard eseguito però su un paziente che ha appena svolto un’intensa attività fisica. Questo esame permette, infatti, la valutazione del cuore durante uno sforzo fisico importante. Viene eseguito in modalità transtoracica e di solito, dopo la normale valutazione del cuore in stato di riposo.


Quando fare un ecocardiogramma

Dopo una visita cardiologica, viene prescritto un ecocardiogramma quando si ha il sospetto che il paziente possa avere una malattia cardiaca poiché presenta una serie di sintomi che richiedono un approfondimento diagnostico. Molto spesso l’esame può essere seguito al momento stesso della visita, senza alcun tipo di preparazione. In particolare, l’ecocardiogramma transtoracico, sia bidimensionale che 3D e il Color Doppler, possono essere eseguiti senza misure preparatorie. Diverso il caso dell’ecocardiogramma transesofageo e di quello da sforzo che invece richiedono un minimo di preparazione, ad esempio:
●4 ore di digiuno prima dell’esame
●Presenza di un accompagnatore
 ●Non guidare nelle ore successive
 ●Comunicazione al medico dei farmaci assunti
●Comunicazione al medico di problemi di deglutizione
 ●Indossare abbigliamento comodo e scarpe da ginnastica (solo per ecocardiogramma da sforzo).



Le patologie che può evidenziare un ecocardiogramma

L’ecocardiogramma è un esame importante poiché permette di diagnosticare diverse patologie cardiache e di conseguenza permette anche di avviare tempestivamente il percorso di cura più adeguato evitando aggravamenti e patologie consequenziali. Tra le principali malattie che possono essere diagnosticate attraverso un ecocardiogramma ci sono:
●Patologie del miocardio
●Insufficienza cardiaca
●Patologie delle valvole
●Malattie congenite
●Endocardite
●Cardiomiopatie

L’ecografia del cuore permette di rilevare la presenza di danni a carico del miocardio, il muscolo del cuore, in seguito ad esempio a un infarto, così come evidenzia condizioni di insufficienza cardiaca o patologie congenite presenti dalla nascita anche se in maniera “silenziosa” e asintomatica. Il medico prescrive questo esame diagnostico anche in caso sospetti una malattia delle valvole cardiache, o valvulopatia, delle alterazioni del miocardio che possono causare anomalie delle principali attività del cuore e un’importante riduzione delle sue funzioni o anche un’endocardite, un’infiammazione per lo più di origine batterica della parte più interna del miocardio, chiamata appunto endocardio.


Articolo in partnership con Pazienti.it